Storia del Comune

Senorbì, capoluogo del Trexenta, conta circa 5.000 abitanti ed è situato a sud-ovest della Sardegna. È un centro agricolo molto importante , da qualche tempo è diventato anche un interessante zona commerciale, come può testimoniare la presenza di tante attività distribuite in diversi settori. 

La leggenda di Simieri
Sul nuraghe di Simieri è nata una leggenda conosciuta da tutti i senorbiesi. Una leggenda ricca di fascino e che racconta la storia della nascita di questo paese. Si narra che dove oggi sorge Senorbì ci fosse una foresta rigogliosa e impenetrabile, popolata da numerosissimi cinghiali. Ma in una luminosa giornata di primavera questo bosco fu scovato da un popolo sconosciuto,bello, ardito e civile. In un sol giorno questo popolo abattè gli alberi secolari, estirpò le erbe e al tramonto diede vita ad una sanguinosa caccia a tutti i cinghiali. In un secondo giorno fu costruito il paese che fu chiamato Sirboni in ricordo appunto dei cinghiali che popolavano quella zona. Col tempo poi Sirboni si trasformò in Senorbì. Il popolo era diviso in classi sociali che formarono diversi quartieri. Dove oggi sorge il paese vi era il basso ceto che abitava in povere capanne mentre sul colle di Simieri abitavano la corte e la nobiltà. Si racconta poi che il sovrano del popolo un giorno si innamorò perdutamente di una bellissima donna di Segolay, ma che questo amore per tantissimi anni non fu corrisposto. Questo col passare del tempo fece impazzire il sovrano che per rabbia distrusse la sua reggia e uccise tutti i cortigiani portando la morte in tutto il paese. Poi preso dal rimorso il sovrano impugnò un pugnale e si uccise. Da quel giorno per sempre il colle di Simieri rimarrà avvolto da un’onda di triste accorato silenzio.
 
Le origini del nome Senorbì
Nessuno è in grado di dare con assoluta certezza una definizione dell’origine del nome Senorbì. Esistono numerosi studi, varie ipotesi e teorie sull’origine di questo nome ma nessuna di queste rappresenta una verità certa.
Tradizionalmente il nome Senorbì verrebbe da “Sirboni” cinghiali che, secondo la leggenda, avrebbero popolato la zona senorbiese prima dell’insediamento dell’uomo. Un ‘altra teoria è proposta dall’archeologo Giovanni Spano, nel secolo scorso, che propose la derivazione del nome Senorbì dalla voce fenicia “Scen” o “scin” , che significava dente o cresta montuosa dentellata. Dalla stesa radice deriverebbero vari altri nomi in Sardegna: Seneghe, Senis, Senes, Sennariolo, Sennori, Sinnai, Sindia, Siniscola, Sinis e altri. Sul colle “a dente” sarebbe sorto un nuraghe. 

Un’altra ipotesi sull’origine del nome di Senorbì è rintracciabile nel periodo romano: il nome deriverebbe dai Galli Senoni che avrebbero fondato il paese e gli avrebbero imposto il loro nome , che in latino suonerebbe “Senonum urbs”, città dei Senoni. Questa rimane una teoria fantasiosa perché lo storico Giovanni Siotto Pintor afferma che non risulta in nessun documento storico che i Galli Senoni siano mai venuti in Sardegna e di conseguenza non avrebbero mai potuto fondare Senorbì e imporgli il loro nome.

Esistono ancora varie teorie, alcune anche affascinanti sull’origine del nome Senorbì ma tra le tante la più verosimile è quella che fa derivare il nome dal latino “Sinus arvalis” da tradursi come “porto dei campi coltivati”. Si riferirebbe al ruolo ricoperto dal sito, in epoca romana, come centro di raccolta delle derrate alimentari dei villaggi della Trexenta, da inviare a Cagliari e poi a Roma. Vi sarebbe esistito cioè una specie di ammasso, volontario o coatto, del grano e dei cereali, organizzato dal governo. Il nome Sinus arvalis secondo mutazioni fonetiche frequenti nel latino del basso impero, sarebbe diventato Sinus arbalis, poi Sinus arbilis, sino al Senorbì di oggi.

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